Stefano Argenton, Francesca Bianchi, Irene Biotti, Alfonsa Butera, Massimo Canella, Filippo T. Casanova, Fabrizio Centonze, Luigi Colombo, Marco Conca, Maria Croizat, Stefano Daniele, Matteo Deflorian, Enrica Di Lorenzo, Dominique Evoli, Luigi Fadini, Mattia Fedele, Cesare Q. Fiore, Davide Fiori, Nevio Forini, Miriam Fossati, Roberto Franchini, Martina Gangale, Stefano Garatti, Emanuele Gatti, Giovanna Gentile, Guido Golfieri, Joseline Golfieri, Carlo Guastamacchia, Luca Levrini, Luca Ligato, Fulvia Magenga, Alessandro Magnanensi, Alessandra Mazzei, Fabrizio Meani, Luigi Paglia, Michela Paglia, Claudio Pagliani, Roberta Pegoraro, Marco Piferi, Maurizio Quaranta, Luca Quaratino, Riccardo Rasia dal Polo, Giuseppe Renzo, Aldo Russo, Lucrezia Sabbioni, Andrea Sardella, Fabio Scaffidi, Riccardo Scaini, Marco Scarpelli, Francesco Simoni, Silvia Stefanelli, Ornella Tavolotti, Silvia Alessandra Terzo, Tiziano Testori, Grazia Tommasato, Maria Lorena Trecate, Lorenzo Vanini, Elena Maria Varoni, Laura Vedani, Giorgia Verlato, Sonia Volpe, Matteo Zanin, Paride Zappavigna, Iury Maurizio Zucchi.
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Non appena fu impostato questo testo per ASO, sotto la guida di Paride Zappavigna, accettai con entusiasmo di presentarlo e di dare il mio contributo per il capitolo a me più congeniale, cioè l'ergonomia. In quell'occasione mi fu gradito sottolineare, e - data la mia esperienza - ribadire, come l'assistente fosse una figura imprescindibile per integrare la squadra di lavoro a beneficio del paziente bisognoso di cure odontoiatriche.
Questa ristampa aggiornata è arricchita di nuovi contributi e nuovi capitoli, che rendono il testo più ricco e più aderente alle novità istituzionali che sono maturate durante l'anno passato. Alludo all'istituzione del "profilo" ministeriale, riguardante l'assistente di studio odontoiatrico (ASO) che viene così definitivamente ad affiancarsi, in modo professionalmente coerente, all'odontoiatra e all'igienista. Con l'attenzione rivolta al passato, infatti, si doveva considerare incomprensibile e inaccettabile che l'odontoiatra venisse affiancato, nelle sue pratiche terapeutiche, da persone con competenze professionali completamente estranee a quanto richiede la nostra disciplina. Infatti, sia per quanto riguarda la componente operativa manuale sia quella comunicazionale, era ormai pienamente riconosciuto che noi dentisti non potessimo affidarci alla collaborazione di figure del tutto "dilettantesche" o con preparazione comunque estemporanea, autoreferenziale e, sostanzialmente, inadeguata.
Con il "profilo" tutto questo cessa del tutto, con il sincero rammarico che questa istituzionalizzazione avvenga con grave e incomprensibile ritardo, e con l'indiscutibile certezza che non si possa più, per alcun motivo, ripetere l'errore del passato.
Mi piace qui ribadire, al riguardo, con sempre maggior convinzione, quanto già scrissi nella precedente presentazione. In primo luogo perché faccio il dentista da oltre sessant'anni, con più di 72mila ore di lavoro alla poltrona, davanti e per il paziente. Ho fatto questo lavoro come assistente universitario, come dentista "mutualista", come libero professionista. Da tutta questa esperienza ho ricavato un precetto fondamentale: alla gente non interessa né la nostra capacità tecnica, da sola, né le nostre competenze burocratiche o adempimentistiche, da sole; quanto interessa di più alla gente è "essere trattata bene", e, ancora più difficile, in modo integrato.
Quando si parla di "modo integrato" si deve includere, nel gioco delle parti tra dentista e paziente, l'imprescindibile figura del collaboratore, oggi "profilata" ASO. Questo collaboratore o collaboratrice deve essere specificamente preparato a svolgere compiti che non si limitino a dettagli manuali o vagamente ancillari, ma deve, anzitutto e fondamentalmente, aver compreso che il suo lavoro è di imprescindibile supporto a particolari psicologici e umani. Anche l'ASO, per essere chiari, deve essere coinvolto in quel contesto operativo di "Vision and Mission" che fa del nostro lavoro un unicum professionale, ispirato, anche suo caso, dal nostro Codice Deontologico. Questo prescrive l'Articolo 20 del Codice: il dentista deve cercare di realizzare con il paziente una "alleanza", che si debba realizzare attraverso la "comunicazione": a questo ideale deve attenersi, contestualmente, anche l'ASO.
Ed eccoci all'importanza consequenziale di questo testo, oggi rinnovato. In primo luogo perché è indispensabile che la professionalità di ogni dentista venga integrata e sostenuta da collaboratori competenti e davvero preparati al lavoro, quale ho poco prima descritto. Fino a oggi troppo si è atteso, e i tentativi posti in atto sono stati pericolosamente settoriali e non hanno mai avuto una visione doverosamente globale e approfondita. In secondo luogo questo testo è valido perché la sinergia sviluppata tra colleghi e amici, con attività quotidiane di vario tipo e con l'avallo di diverse egide, è un segnale altamente efficace per tutta l'odontoiatria. Questo dimostra la capacità di lavorare avvalendosi delle più disparate competenze, con il supporto di un ampio panorama culturale e, finalmente, con l'imprimatur ministeriale che ha codificato il "profilo" ASO, sul quale, per alcun motivo, possono essere presentate interpretazioni riduttive. Sono certo che il testo, così ben impostato e realizzato, con il contributo di illustri colleghi e sotto l'eccellente guida di Paride Zappavigna, avrà grande successo, meritatissimo e superiore a ogni immaginabile aspettativa.
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